6. La radura dei cipressi calvi

Immersi nell’atmosfera sospesa della radura, fermatevi ora ad osservare questi tre maestosi esemplari di Taxodium distichum. Portatevi al centro del prato e guardatevi intorno, ruotando a 360° per non tralasciare nulla: intorno a voi, giganti verdi trasmettono pace e tranquillità.

Il cipresso calvo o Taxodium distichum appartiene alla famiglia delle Cupressaceae ed è una conifera spogliante di origine americana che raggiunge anche i 30 m di altezza. Il nome comune “calvo”, associato al tassodio, è indicatore della sua caratteristica abitudine di perdere le foglie aghiformi in autunno.

Infatti, pur essendo una conifera, verso la fine di novembre si colora di un bel rosso bruno, per poi perdere gli aghi.

Anche in questi mesi la chioma cambia colore: dal verde brillante della primavera a un bel verde intenso, che contrasta con il colore scuro degli alti fusti.

Vive generalmente nelle zone paludose o umide, anche con le radici sommerse dall’acqua dove sopravvive grazie agli pneumatofori, speciali radici aeree che fuoriescono dal terreno e procurano l’ossigeno alla pianta.

Avvicinatevi ai tronchi ad osservare la forma campanulata della base, che ricorda la zampa dell’elefante; accarezzate la morbida corteccia. È sottile, fibrosa, e si solleva in lunghe strisce longitudinali.

Non dimenticate di ammirare il quarto imponente tassodio che cresce nel parco; quando la vostra passeggiata sarà quasi volta al termine, lo incontrerete nei pressi della corte rustica del Castello, affacciato sulla grande radura centrale.

Una rappresentazione del Parco risalente al 1834, mostra in questa zona, nei pressi degli alti tassodi, un laghetto, voluto dalla marchesa Babet, Maria Elisabetta Ferrero della Marmora, inserito al posto di un’antica peschiera, che oggi non si è conservato.

Ciò conferma ancora l’importanza dell’acqua in questo luogo: non solo fonte di vita e benessere per le piante, come per gli uomini, ma elemento dal valore estetico e decorativo.

Lungo il piccolo corso d’acqua, in un caotico quanto naturale susseguirsi di arbusti sempreverdi, fioriscono numerose le Hydrangea macrophylla, tra le quali alcuni ibridi di varietà dei primi del ‘900. Con le foglie ovali e lucide, le infiorescenze bombate di colori delicati, quasi sbiaditi, gli steli esili che partono da cespi annosi, hanno forme morbide ed irregolari.

Uscite ora dalla Radura dei tassodi e percorrete il viale di ingresso al Parco, in direzione dell’antico atrio del Castello.