13. Il cedro del Giappone

L’autunno manifesta la bellezza degli alberi e delle loro chiome colorate, che paiono macchie di colore sulla tavolozza del giardino. Il fogliame, i frutti, le cortecce, tutto contribuisce a creare scorci mozzafiato. Il colore è un elemento imprescindibile nel Parco, lo anima generando contrasti e suscitando emozioni. A dispiegare la tavolozza dei colori entra in gioco anche la luce che ci restituisce tante e diverse sfumature.

 

Oltre il grande prato troneggia l’antico e maestoso faggio rosso, dalle bellissime sfumature del porpora e del viola.

Al fondo del viale, alzando lo sguardo, si riconosce a destra la chioma colorata di una grande farnia e, poco oltre, sulla sinistra, quella dell’imponente albero dei tulipani, l’esemplare più alto del Parco, con i suoi oltre 40 metri.

Proseguendo la passeggiata, appaiono morbide anse di vegetazione, come quella creata dall’imponente cedro del Giappone e dall’acero, che gli cresce accanto. Tutto intorno si moltiplicano le felci: morbidi cuscini su cui pare di potersi appoggiare. Di origine antichissima, la felce ha la caratteristica di non riprodursi attraverso i semi bensì per mezzo di spore, visibili sulla parte inferiore delle foglie.

 

La Cryptomeria japonica o cedro del Giappone è una grande conifera che proviene dal Giappone e dalla Cina sud-orientale, importata in Europa nella seconda metà dell’800 su richiesta della Royal Horticultural Society. Oltre il 70% del territorio giapponese è ricoperto di montagne e di foreste, e spesso le zone urbane sono incorniciate da aree verdi in cui spiccano grandi cryptomerie, ampiamente diffuse nel Paese a seguito delle politiche di rimboschimento del periodo Edo, formulate nel 1600.

In Giappone questa pianta è chiamata sugi che si traduce pino pavone o abete della misericordia. Data la sua importanza simbolica e spirituale, sovente la si ritrova nei giardini e nei viali vicini ai templi; i monaci buddisti usano la sua resina per preparare l’incenso; il suo legno, resistente e durevole, è utilizzato per costruire i templi e in generale nell’edilizia.

La Cryptomeria japonica è molto longeva e può raggiungere altezze ragguardevoli. L’esemplare più vecchio al mondo cresce sull’isola di Yaku, in Giappone, e ha circa 3000 anni. In Italia, una Cryptomeria monumentale cresce nell’Orto botanico dell’Università di Genova.

 

Più avanti si riconosce un “nipotino” del Parco, uno dei numerosi inserimenti voluti dalla Fondazione Cosso per proseguire il lavoro di rinnovamento del giardino, sulla base di un attento studio del progetto ottocentesco: è un esemplare di Populus alba, il pioppo bianco. Questo alberello crea un’altra bella macchia di colore, soprattutto quando il sole investe la sua chioma, con le foglie che paiono mandare riflessi argentati tutto intorno.

Il nome del genere populus viene dal latino e i Romani erano soliti identificare il pioppo come arbor populi, l’albero del popolo, forse associando la caratteristica sonorità delle sue foglie investite dal vento, al brusio tipico generato dalla folla che si raduna.

Una curiosità lega arte e natura: la Gioconda è stata dipinta da Leonardo su una tavoletta di pioppo e il legno del pioppo è spesso utilizzato per ricavarne la cellulosa da carta.