15. Il viale delle ortensie

Vi trovate in corrispondenza di un’assialità molto importante che inizia in corrispondenza della guardiania con il portale su Via della Cardonata, attraversa l’esedra degli agrifogli e taglia il grande prato centrale inquadrando la facciata neogotica del palazzo, per chi proviene da Pinerolo.

Percorrendo il viale delle ortensie, dalla casa del custode in direzione del grande prato, sostate a osservare le grandi gemme che si stanno sviluppando sui cespugli. L’inverno, con le sue raffiche di vento, ha spogliato quasi tutti i rami delle foglie che in autunno si erano colorate di giallo, arancio e rosso. Alcune infiorescenze secche sono ancora attaccate alla pianta.

Verso la fine di febbraio e l’inizio del mese di marzo, é il momento di intervenire con una potatuta leggera. Per le ortensie della specie Hydrangea macrophylla il giardiniere dovrà agire solamente sui rami che non portano gemme apicali: le loro infiorescenze impiegano ben due anni per completare lo sviluppo e un taglio drastico, che non rispetta il naturale compimento del processo, priverebbe il cespuglio della fioritura primaverile. Occorre procedere eliminando i fiori appassiti e accorciando i rami vecchi, riconoscibili dalla corteccia scura e squamata, per lasciar sviluppare i nuovi getti dalla base del cespuglio, mantenendo così la forma spontanea.

Per altre specie come Hydrangea serrata e Hydrangea quercifolia, che mantengono a lungo le foglie sui rami, le potature non sono necessarie mentre le Hydrangea paniculata possono essere tagliate anche generosamente. È importante ricoprire la base della pianta con foglie e sfalci, soprattutto di conifere; tanto più si rende acido il terreno, maggiore è l’intensità delle sfumature blu per le varietà sensibili a questo fattore.

Fate capolino ora oltre la siepe e vi apparirà il Castello con la facciata che ricorda una quinta teatrale, perfettamente inserita e armonica nel paesaggio circostante. Sull’orizzonte, la sagoma triangolare del Monviso, ben visibile nelle giornate terse, si colloca perfettamente tra le cuspidi; fatto questo non casuale ma opera degli architetti che progettarono la dimora e che si occuparono del Parco.

Alla vostra sinistra la sequoia, il liriodendro e il cedro del Giappone, alla vostra destra il faggio rosso.

Con il gelo spesso si manifestano due fenomeni di grande fascino, ben visibili da questo affaccio: la brina e la galaverna; la prima arriva quando il vapore acqueo dell’atmosfera si congela e forma sulle piante piccolissimi granelli di ghiaccio. La seconda, ancora più spettacolare, si manifesta in caso di nebbia con un rivestimento di aghi di ghiaccio.