16. Il sentiero verso il faggio rosso

Per ripredere la passeggiata imboccate il sentiero tra l’antico vaso di pietra e la betulla, regina del bosco, dalla corteccia candida come la neve; cercate più avanti, sulla sinistra, un passaggio verso il faggio rosso che cresce affacciato sul grande prato. Le dimensioni importanti dell’albero e la posizione isolata aiutano a riconoscerlo anche in inverno, quando scompare il suggestivo fogliame porpora.

La storia del faggio rosso ci permette di raccontare alcune delle scelte compiute dalla Fondazione Cosso nel recupero e nella tutela del Parco. Dopo lunghi anni di abbandono, dal 2007 il giardino è stato sottoposto a un imponente lavoro di ripulitura che ha contemplato, per quanto riguarda i grandi alberi, alcuni abbattimenti inevitabili limitati ai casi più in difficoltà, quegli alberi, cioè, che non avevano alcuna speranza di sopravvivenza e rappresentavano, per la loro instabilità, un pericolo per i visitatori.

In tutti gli altri casi di alberi malati ma stabili si è optato per la potatura, il contenimento e le cure, operazioni ripetute nel tempo, che accompagnano lentamente i giganti verdi fino alla fine della loro esistenza.

Sugli esemplari sofferenti, vengono ancora oggi eseguiti interventi di sostegno, attraverso integratori naturali somministrati direttamente nel terreno, che li stimolano a combattere le malattie. È questo il caso del faggio rosso, ormai anziano e attaccato da un fungo che lo indebolisce: ogni anno la pianta viene “nutrita” con concimi e integratori totalmente naturali, per sostenerla e stimolarne la ripresa.

La stessa filosofia caratterizza la cura dell’intero Parco, totalmente estranea a rimedi chimici e attenta al rispetto della natura, dei suoi equilibri e dei suoi tempi di sviluppo.

Accanto a ogni esemplare abbattuto, oppure irrimediabilmente malato, la Fondazione Cosso sta inserendo un giovane albero, che crescendo possa prendere il posto dell’antenato, mantenendo nel tempo il disegno originario del giardino.