Il Rondò di ingresso
All’inizio dell’Ottocento, Elisabetta Ferrero della Marmora decide di trasformare il Giardino. Il progetto viene affidato a Xavier Kurten, il più grande architetto paesaggista del tempo, il primo, in Piemonte, a progettare giardini informali o paesaggistici, detti anche “all’inglese”. Nati sotto l’influenza del Romanticismo, in questi giardini emozione, sorpresa, gusto per la natura incontaminata sostituiscono il rigore geometrico dei giardini formali.
Quando il Parco si amplia, si sviluppa intorno al Grande Prato. In sintonia con i dettami del giardino “all’inglese”, gruppi di alberi e boschetti disegnano scenografie e romantici scorci; le linee sinuose e l’irregolarità suscitano sorpresa e curiosità attraverso effetti scenografici ottenuti con l’accostamento di forme e colori.
Lungo il cammino, come un ideale viaggio tra i continenti, dopo il bellissimo Carpino Monumentale, si incontrano alberi secolari di notevole importanza storica e botanica che provengono da tutto il mondo.
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