6. Mostra fotografia Oliviero Toscani

La moda per Oliviero Toscani, come abbiamo già scritto, è una testimonianza del tempo che ci troviamo a vivere. In questa sala possiamo vedere due immagini realizzate per altrettanti importantissimi magazine, che però non ritraggono modelle e modelli in pose sofferenti, come se fosse una tortura dover indossare un abito, ma felici, mentre saltano o addirittura volano. Nel 1994 Toscani crea Fabrica e, ancora una volta nell’ottica dell’esaltazione delle differenze, come simbolo sceglie il viso di un africano con due occhi diversi. Quella fotografia colpirà cosi’ tanto David Bowie, che deciderà di scriverci su una canzone, Black Tie, White Noise. Sulla stessa parete, due punti di vista diversi, anche per epoche, sul sesso: erano i primissimi anni ’90 quando Toscani ha il coraggio, per primo, di parlare pubblicamente di HIV mostrando un marchio, come fosse un tatuaggio apposto senza possibilità di essere cancellato, sulla pelle delle persone. Il rapporto dei giovani con il sesso, per un servizio di ELLE del 2015, è invece il tema della fotografia che ci mostra un ragazzo e una ragazza che nemmeno durante l’amplesso rinunciano a essere connessi.
Siamo posti ancora una volta davanti a una domanda vedendo quella mano con una manciata di chicchi di riso: la sta porgendo? Semplicemente mostrando? Sta chiedendo aiuto? Il tratto distintivo delle foto di Toscani è proprio quello di liberarsi da ogni morale. Le fotografie vanno guardate in silenzio e a differenza di un film, o di un telegiornale, ci costringono a costruire una nostra personalissima trama. Questo fa della fotografia il mezzo espressivo più potente.

 

 

 

 

As we stated before, fashion, for Oliviero Toscani, is a witness of our times. In this room we are presented with two images that were made for two very important magazines. They do not, however, portray models showing pain – as if wearing a dress were a torture – but happy as they jump, and even fly. In 1994 Toscani established Fabrica and, once again in his effort to highlight differences, he chose the face of an African man with two different eyes as its symbol. That picture would later influence David Bowie, who wrote a song inspired by it, Black Tie, White Noise. On the same wall we find two different perspectives – coming from two different periods of time – on sex: in the early 1990s Toscani was one of the very first to speak publicly about HIV. He did so by showing a mark, as if it were a tattoo on the person’s skin, with no chance of removing it. The relationship between youth and sex, according to a 2015 article on ELLE magazine, is the theme of the image showing a boy and a girl who, even while having sex, can’t stop being connected with technology.
We are once again facing a question as we see this hand holding a handful of rice: is this person handing it over? Or simply showing it? Is it a call for help? The main trait of Toscani’s photos is that they are void of any morality. Photographs must be watched in silence and, unlike a film or news report, they force us to create our own personal story. This makes photography the most powerful means of expression.