Il Parco che circonda il Castello di Miradolo ha un’estensione di oltre 6 ettari e ancora oggi lascia trasparire gli orientamenti progettuali ed il gusto di chi iniziò a delinearlo, nel Settecento, e di chi poi ne proseguì la creazione, nell’Ottocento, espandendone la superficie.
Un parco romantico
Recenti ricerche d’archivio hanno rivelato che il progetto originario del Parco risale all’ultimo quarto del Settecento, quando il Palazzo di Miradolo era ornato da un giardino di delizie, un frutteto e una peschiera. Terreni coltivati a foraggio, orti e vitigni circondavano il giardino, occupando anche la zona dell’attuale grande prato centrale.
Nella prima metà del XIX secolo, grazie all’intervento di Maria Elisabetta Ferrero della Marmora, l’assetto del Parco muta e assume sembianze paesaggistiche di carattere romantico. Ispirato al giardino informale di gusto tipicamente inglese, presenta una forma vagamente ovale, con al centro una grande radura prativa, sulla quale si affacciano anse di vegetazione, boschetti e alberi isolati.

Il Parco è caratterizzato da una forma vagamente ovale: al centro si trova il grande prato.
Esemplari unici
Presenta esemplari di notevole bellezza ed importanza storica e botanica: il suo patrimonio arboreo è rappresentato da oltre 1700 alberi di diversa dimensione e pregio, di notevole importanza storico-botanica. Il Parco accoglie circa 70 specie e varietà botaniche diverse, che si ritrovano in gruppi più o meno densi, piccoli boschetti e singoli alberi isolati.

Il Parco accoglie 5 alberi monumentali.
Il Parco e il suo microclima
Il Parco è attraversato da un interessante sistema di canali irrigui; la presenza nell’area di numerosi corsi d’acqua, la vicinanza stessa del torrente Chisone, e la posizione particolarmente felice da un punto di vista climatico, al crocevia fra valli, pianura e montagna, lo rendono un sito di notevole interesse anche da un punto di vista ecologico, habitat ideale per molte specie animali.
Il microclima permette l’esistenza di numerose specie esotiche come nel caso del suggestivo bosco di bambù giganti, l’angolo delle camelie, la radura dei cipressi calvi.
Le specie floreali maggiormente presenti sono le storiche camelie e le macchie arbustive di colorate ortensie.

Grazie al microclima presente, il Parco è l’habitat ideale anche per numerose specie esotiche e un bosco di bambù giganti.
Anni di degrado e recupero
Dopo la scomparsa della contessa Sofia il Parco conosce purtroppo un triste destino: molti degli alberi più antichi e pregiati sono abbattuti a fini commerciali e il progetto ottocentesco è progressiavamente offuscato. Con l’abbandono dell’intera proprietà il Parco va incontro al totale degrado: si susseguono anni durissimi durante i quali le mura di cinta crollano in più punti, le piante sono abbattute in modo incontrollato, i rovi invadono ogni angolo soffocando gli esemplari più deboli. Ovunque regnano disordine e confusione.
Dal 2007 la Fondazione Cosso avvia numerosi interventi di recupero e valorizzazione con l’obiettivo di accompagnare il Parco verso la sua rinascita. Nell’agosto dello stesso anno il parco è inserito nell’elenco ufficiale dei giardini storici sottoposti a tutela della Regione Piemonte.
Nel 2014 il parco entra tra i Grandi Giardini Italiani.
Nel 2017, per festeggiare i primi 10 anni di lavoro la Fondazione Cosso ha dato vita al progetto di valorizzazione “Invito al Parco”, realizzato con il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo.
Nel 2019, il progetto si amplia e nasce “Invito al Parco – Il Camelieto”: l’esperienza immersiva del visitatore nella natura si arricchisce a partire dall’introduzione di oltre 130 cultivar di camelie propagate da esemplari vetusti appartenenti a due tra le collezioni più antiche e pregevoli d’Italia.
L’anno successivo, l’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari e la Società Italiana della Camelia collaborano allo studio e alla caratterizzazione dei giovani esemplari. Il progetto si avvale del contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo.

Il Parco è stato inserito nell’elenco ufficiale dei giardini storici sottoposti a tutela della Regione Piemonte.
Gli alberi del Parco
Gli alberi più grandi e storicamente più importanti del Parco.
Scopri di più
