Il Parco di Miradolo è contesto naturale in continua trasformazione, ma allo stesso tempo da preservare nella propria identità storica.
Dopo l’accertamento di una condizione di conservazione e salute molto precaria degli esemplari arborei si è provveduto a una sistematica pulitura, con rimozione di rovi, alberi morti o caduti. A seguire, la ricostruzione delle colonne, dei cancelli e del muro di cinta che delimitano la proprietà, la messa in sicurezza di tutta la zona, le verifiche statiche e di salute dei grandi alberi.
Successivamente, contemporaneamente alle operazioni di manutenzione e conservazione, è iniziata l’analisi di tutta la componente arborea, a seguito della quale, accanto alla costante cura degli esemplari storici si è avviato un progetto di reinserimento della specie vegetali storiche già presenti e di quelle assenti ma attestate nei documenti storici.
Gli arbusti e i grandi alberi che sono stati messi a dimora dal 2014 sono stati scelti ispirandosi a principi filologici ed ecologico-paesistici, con l’utilizzo di specie autoctone, e non solo, in linea con la tendenza al collezionismo arboricolo tipica delle epoche passate.


Ritrovato il suo antico splendore, è tempo di far riscoprire il Parco a grandi e piccini.
Un percorso di targhe botaniche e la divisione degli spazi verdi in aree tematiche informa il pubblico e suggerisce sguardi attenti ai dettagli. Il Parco è uno spazio aperto a tutti, con panchine per riposarsi o godere del silenzio della natura, percorsi dedicati a visitatori con disabilità motorie, scorci unici da cui lasciarsi ispirare.


Dal 2007 la Fondazione Cosso si è occupata, esclusivamente con forze proprie, del recupero, mantenimento e valorizzazione del Parco: dalla pulitura e messa in sicurezza, alla cura degli esemplari malati, fino ad arrivare a tutte quelle attività intraprese al fine di far conoscere il patrimonio naturalistico di questo sito: visite guidate, laboratori per scuole di ogni ordine e grado, iniziative per famiglie.
Il grande lavoro svolto, durato 10 anni, ha portato, nel 2017, al progetto di valorizzazione Invito al Parco che, anche attraverso il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo, ha promosso il Parco e la conoscenza della natura, nelle 4 stagioni.
Nel 2019 è nato il progetto Invito al Parco – Il Camelieto che approfondisce l’esperienza immersiva del visitatore nella natura.


Nel 2019 la Fondazione Cosso ha avviato nuovi interventi straordinari sul Parco, interventi compresi anche nell’ambito del progetto presentato dal Comune di San Secondo di Pinerolo a G.A.L. Escartons e Valli Valdesi, per il Piano di sviluppo locale 2014-2020 “E.V.V.A.I. Escartons Valli Valdesi Azioni Intelligenti Turismi, altruismi, alte reti sostenibili”.
Obiettivo di questi interventi è proseguire il lavoro di tutela del Parco, con una serie di attività di monitoraggio, potatura e cura dei grandi alberi, anche alla luce dell’inserimento di ben 5 alberi all’interno dell’elenco nazionale degli alberi monumentali da parte della Regione Piemonte.


L’orto del Castello di Miradolo è rinato nel 2021 per volontà della Fondazione Cosso, grazie alla visione di Paola Eynard, la quale ha trovato nell’Architetto Paolo Pejrone un interlocutore prezioso, interprete perfetto del desiderio di restituire a questo luogo la poesia di un tempo e la sua antica vocazione.
L’orto del Castello di Miradolo ha forma circolare: armonioso, chiuso, protetto.
Affaccia sulla corte rustica e ne completa l’originaria vocazione agricola insieme a stalla, fienile, forno, pollaio e lavatoio. Si sviluppa intorno all’asse centrale che attraversa il portale d’accesso all’antica cascina, l’aia e il Palazzo, fino alla torre rotonda.
Ricerche d’archivio hanno rivelato che già nel Seicento esisteva una “cassina” di Miradolo, corredata da ampi terreni, vigne e frutteti, di proprietà della famiglia Macello, poi Massel di Caresana, intorno alla quale sarebbero poi sorti il “palazzo” e il “giardino” di Miradolo, tra il XVIII e il XIX secolo.
I materiali con cui l’orto è realizzato, per la quasi totalità ritrovati al Castello e sparsi nel Parco, hanno fatto da guida alle scelte costruttive.


