l’Antico Giardino

caratteristiche
Dal 2024, una frase ritorna spesso tra le persone che vivono quotidianamente il Castello: “Sembra sia sempre stato così”.
Questa area, fino a un secolo fa, era l’antico giardino: nel Settecento c’era, opposto alla facciata, un giardino di delizie, un parterre costituito probabilmente da aiuole simmetriche decorate da ricami vegetali di piccole siepi piantate a disegno. L’architettura dell’edificio si specchiava nell’architettura del giardino. Successivamente, nel 1824, con l’intervento del grande paesaggista Xavier Kurten, il giardino quasi entrava, libero, nell’edificio. Poi, nella seconda metà del Novecento, la morte della Contessa Sofia, l’ultima erede della nobile famiglia che per secoli ha abitato questo luogo, uno stravolgimento irrispettoso e violento, l’abbandono.
Infine il recente restauro, ispirato da un piccolo acquerello del Settecento che, idealizzando questo scorcio, lo raffigurava tra vasi e aiuole fiorite: la semplicità apparente conservava la risposta per un’identità smarrita e dimenticata. Sulla facciata d’ingresso, le Hydrangee Annabelle, una varietà americana, una “prima della classe”, robusta, i cui fiori bianchi sembrano, in primavera, far galleggiare il Castello su una nuvola, per virare, in autunno, a un verde pastello su petali di carta da spolvero.
Sull’altra facciata, i vasi in terracotta di Impruneta, di un rosa inconfondibile e caldo, complementare per cromíe alla salvia e alla limonaria, i cui profumi, d’estate, ricordano che un giardino accende tutti i nostri sensi. La limonaria è una pianta speciale: in Marocco viene chiamata Erba Luigia o Luisa, arriva dalle montagne del Perù, ha bisogno di pochissima acqua, è abbastanza robusta e può essere piantata all’aperto anche in Piemonte, purché ci sia sempre, come qui, un muro alle sue spalle. L’architetto Paolo Pejrone, che l’ha scelta per questo luogo, ci ricorda che non dovrebbe mai essere comprata ma sempre regalata.
Da questo antico antico giardino comincia un viaggio nelle magie di questo luogo: un viaggio immaginato come un racconto, fatto di piccole storie, aneddoti, miti, curiosità. Ora vi chiediamo di camminare insieme, di provare a metterci in ascolto, delle parole ma soprattutto di questo Parco, che si svela a ogni passo.