La Corte Nobile

Il Palazzo e le famiglie

Descrizione

La struttura della Corte Nobile e delle facciate che danno sul Parco e sull’ingresso risale alla riplasmazione neogotica iniziata da Maria Elisabetta Ferrero della Marmora, detta “Babet”, negli anni Venti dell’Ottocento e culminata nel 1866 per le celebrazioni del matrimonio tra la nipote Teresa Massel e Luigi Cacherano di Bricherasio.

Grazie alle recenti ricerche archivistiche, sappiamo che il progettista dell’intervento, almeno inizialmente, fu l’architetto Talucchi, che aveva ben note le diverse espressioni neogotiche del Pinerolese. L’intervento sul Castello è concepito e realizzato con grande armonia e con la volontà di creare una visione d’insieme elegante e coerente, con decorazioni ricorrenti e strutture riconoscibili.

La facciata presenta due ordini di aperture arricchite da cornici, all’interno delle quali si ritrova, al primo piano, un motivo decorativo in stucco analogo ai decori rinvenuti e restaurati nelle sale all’interno e a quelli emersi nel corso dei saggi stratigrafici della facciata a Sud, opposta al Grande Prato Centrale.

All’interno del secondo ordine di cornici troviamo, in alternanza, gli scudi nobiliari, simboli delle famiglie Massel (tre martelli) e Cacherano (un campo fasciato, innestato di nero ed argento). I coronamenti superiori e le eleganti fasce marcapiano sono costituiti da elementi modulari in cotto, consolidati nel 2012 con un intervento di restauro. Queste “cornici” sono un elemento ricorrente in tutto il Castello, scelto per uniformare le diverse facciate, i cornicioni e le coperture. Le ritroviamo nella facciata Nord, verso il Parco, e lungo la facciata a Sud, di raccordo tra la Corte Nobile e la Corte Interna, e lungo la Serra.

Dopo il 1950, le facciate del Castello vengono ricoperte da una pittura gialla che nasconde la decorazione ottocentesca a finti mattoncini, tornata in parte visibile con il dilavamento delle superfici. Altre testimonianze dell’originaria decorazione sono emerse grazie ad alcuni saggi stratigrafici che hanno riportato alla luce sia l’antica decorazione settecentesca a finto bugnato, sia parte della decorazione che incorniciava le finestre al piano terreno prima dell’intervento ottocentesco.