L’Affaccio sul Grande Prato

La Facciata Ottocentesca

Descrizione

Non sono state ritrovate fonti archivistiche e cartografiche che possano testimoniarci l’impianto architettonico dell’originaria “cassina” di Miradolo.
La riplasmazione neogotica della prima metà dell’Ottocento può essere interpretata come una adesione al gusto del “revival neo-medioevale” promosso dalla corte sabauda di Carlo Alberto in tutto il Piemonte, per rievocare un passato glorioso e riproporre i valori e i fondamenti di un potere anch’esso restaurato. Il contesto storico-artistico in cui sono inseriti gli edifici neogotici si ispira al “sentimento feudale” e all’epoca cavalleresca, sia pure mediati dallo spirito romantico; gli aspetti simbolici di questo “sentimento” compaiono per legittimare la condizione nobiliare dell’aristocrazia sabauda.
La Facciata Ottocentesca è divisa in tre parti. Ai lati, in una simmetria appena accennata, due cuspidi sono ornate da un rosone centrale. Al centro, marcata da due importanti paraste decorate a bugnato, una terza cuspide, più alta, è caratterizzata, al centro, dallo stemma della famiglia Cacherano di Bricherasio. Lo stemma è realizzato a fresco con finiture a secco: prima del restauro del 2022, presentava un evidente degrado dovuto al dilavamento e all’aggressione causata dalla patina biologica. Dopo una iniziale fase di pulitura, una ristabilitura degli strati di pellicola pittorica e il consolidamento degli intonaci sollevati e distaccati, è seguita un’integrazione pittorica. Ai lati dello stemma, i “Guardiani del Parco”, due figure dipinte emerse dopo il restauro, che sembrano comparire, come per magia, solo in particolari condizioni di luce.
Dopo oltre dieci anni di interventi di restauro, tra cui 250 mq di cotti consolidati e 800 mq di intonaci, questa facciata sembra ricordarci l’armonica simbiosi tra l’architettura e la natura che caratterizza questo luogo e, insieme, la sua vulnerabilità, l’importanza della custodia e della cura, costanti, assidue, quotidiane.





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