Il primo piano e la Manica Nobile

La Manica Nobile

Descrizione

Il cantiere di restauro del primo piano risale al 2009: l’intervento ha previsto la rimozione dei tramezzi interni che “frammentavano” gli spazi della Manica Nobile. Gli ariosi spazi originari, infatti, erano stati trasformati dalla congregazione religiosa che ebbe in dono il Castello dalla contessa Sofia in anguste camere con bagno.

Il restauro ha permesso di riproporre l’originaria volumetria delle sale e, nel corso dei lavori, sono emerse due stratificazioni di affreschi: la prima, più antica, rosa e gialla, raffigura cornici e volute architettoniche di gusto e cromie tardo settecentesche; la seconda, ottocentesca, con un motivo decorativo a fascia con ogive neogotiche, rimanda, semplificandoli, agli archetti in cotto presenti lungo le facciate esterne.

Come testimoniano alcune fotografie dell’epoca, queste sale ospitavano gli appartamenti privati della famiglia Cacherano di Bricherasio: nel corso degli anni, gli arredi sono stati trafugati o venduti, come il letto a baldacchino decorato con ricamo bandera.

L’importanza e la diffusione del ricamo “bandera” si deve proprio a Sofia Cacherano di Bricherasio. Le origini del tessuto “bandera”, da cui prende il nome il ricamo, sono attestate nello Statuto dell’Arte del Fustagno del 1482 della città di Chieri. In questo manoscritto viene menzionato un tessuto, inizialmente di canapa e poi di cotone, con motivi regolari in rilievo, a righe parallele o a nido d’ape, bianco o leggermente écru, che veniva impiegato per le uniformi delle milizie e del personale di livrea, oltre che per la biancheria ordinaria.

Il ricamo “bandera”, che si esegue con filo in lana poco ritorta, consiste nella riproduzione di motivi decorativi policromi, perlopiù in stile roccaille e rococò. I soggetti sono soprattutto composizioni floreali di tulipani, peonie, rose, garofani, ma anche arance e limoni; a volte si ritrovano figure antropomorfe, uccelli, fregi architettonici o ghirlande, contornate da cornici in figura di nastro, a colore sfumato.

Il ricamo “bandera” ebbe grande diffusione in Piemonte agli inizi del Seicento, in epoca di forte influsso francese, soprattutto nei tessuti d’arredo. A partire dalla fine del XIX secolo, il “bandera” conobbe un nuovo splendore: nel 1906 la “Scuola piemontese del bandera”, fondata proprio dalla contessa Sofia Cacherano di Bricherasio per le “giovinette non abbienti” partecipò alla Grande Esposizione di Milano e, tra il 1911 e il 1913, a svariate esposizioni nazionali e internazionali a Torino, Berlino e Parigi.