Il primo piano e la Manica Nobile

Sofia Cacherano di Bricherasio

Descrizione

Sofia Cacherano di Bricherasio, figlia primogenita di Luigi Cacherano di Bricherasio e di Teresa Massel di Caresana, nasce nel 1867. In gioventù compie molti viaggi in Europa e, successivamente, trascorre la sua vita di nobildonna tra le residenze di Torino, Fubine e Miradolo.

La sua passione per la pittura la porta a partecipare alla I^ Biennale di Venezia. Viene ricordata per il suo impegno sociale, per la sua lungimiranza economica e per aver saputo creare attorno a sé un cenacolo culturale frequentato dalle maggiori personalità dell’epoca divenute, nel tempo, intimi amici. Assieme al pittore Lorenzo Delleani, famoso paesaggista biellese dell’epoca di cui fu allieva e alla cerchia di artisti a lui vicini, si ricordano lo scultore Leonardo Bistolfi, il compositore Alfredo Casella e il Capitano Federigo Caprilli.

Particolarmente tragici sono per lei i primi anni del Novecento, durante i quali perde il fratello Emanuele, l’amico Federigo Caprilli, il maestro Delleani, entrambi gli zii. In pochi anni Sofia rimane sola con la madre Teresa Massel, senza altri parenti prossimi e senza i suoi amici più cari. Nello stesso periodo, la scomparsa graduale di tutti i rami della casata a lei prossimi, la rendono erede universale di un ampio patrimonio, che amministrerà con sapienza negli anni seguenti. In questi anni abbandona progressivamente la pittura per dedicarsi ad opere benefiche e assistenziali; fonda la “Scuola piemontese del ricamo bandera” e un asilo infantile a Fubine. Gli ultimi quadri del 1913, presentati alla II^ Esposizione Internazionale di belle Arti di Torino, hanno titoli che sembrano raccontare il suo spirito di quel tempo: “Sole nella nebbia”, “Austera solitudine”, “Armonie grigie”.

Sofia non si sposa mai e dopo la morte della madre Teresa, nel 1923, inizia a donare a diversi enti religiosi parte delle sue proprietà. Durante la Seconda Guerra Mondiale abbandona il palazzo di Torino, dove abitualmente risiede, per trasferirsi stabilmente a Miradolo, e porta con sé i beni e le carte di famiglia.

Nel 1950, quando muore, qui nel Castello, senza eredi, lascia per volontà testamentaria il suo patrimonio alla Piccola Opera della Divina Provvidenza di don Orione.