Le Maniche Storica e Nuova e l’Antica Cappella

Emanuele Cacherano di Bricherasio

Descrizione

Il conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, figlio secondogenito di Luigi Cacherano di Bricherasio e di Teresa Massel di Caresana, nasce nel 1869. Come da tradizione familiare, tra i 17 e i 23 anni, è iscritto all’Accademia Militare dove incontra Federigo Caprilli che, da quel momento, frequenterà assiduamente la famiglia Bricherasio. Emanuele presta servizio nell’esercito come ufficiale di cavalleria e si congeda con il grado di tenente per occuparsi dell’imponente patrimonio familiare.

Grande appassionato di automobili, tecnologia e modernità, è tra i primi esponenti dell’aristocrazia italiana a intuire le straordinarie potenzialità dell’industria meccanica. Nel 1895 si fa promotore della prima corsa motoristica italiana, istituisce l’ACI (Automobile Club Italiano) e, nel 1898, coinvolgendo un gruppo di amici, crea la Accomandita Ceirano & C., allo scopo di realizzare progetti motoristici. È di questo gruppo il brevetto del primo prototipo di automobile italiana, la Welleys. Il successo del progetto spinge Emanuele a cercare dei co-finanziatori, così da trasformare quella sua prima esperienza in una vera e propria produzione industriale. Nel 1899, fu il promotore, il maggior finanziatore e uno dei soci fondatori della prima “Fabbrica Italiana Automobili di Torino”. Il pittore Lorenzo Delleani, nell’opera “I fondatori della FIAT”, lo ritrae al centro della scena, nell’atto della firma. Vicepresidente dell’azienda, prosegue la sua attività imprenditoriale, circondato dalle maggiori personalità dell’epoca.

Affascinante uomo di società, Emanuele Cacherano crede nel progresso sociale e, per le sue opinioni avanzate e le sue non celate simpatie socialisteggianti, si guadagna l’appellativo di “Conte rosso”.

Muore al Castello di Agliè nel 1904, a soli 34 anni, in circostanze che sono oggi oggetto di ricerche storiche. Riposa nella Cappella dei Bricherasio, al Castello di Fubine, realizzata dallo scultore e amico di famiglia Leonardo Bistolfi, a fianco della sorella Sofia e dell’amico fraterno, il cavaliere Federigo Caprilli.

Il suo epitaffio riporta: “Diresse la vita operosa troppo breve per la vastità del sogno”.