Le Maniche Storica e Nuova e l’Antica Cappella

Le Maniche gemelle

Descrizione

All’inizio del 2012, la Fondazione Cosso ha iniziato una campagna di saggi stratigrafici per cercare di individuare le tracce degli apparati decorativi originari all’interno della Manica Storica del Castello, purtroppo coperti totalmente nel corso degli anni Novanta del Novecento da una tinta gialla acrilica. Buona parte del restauro è realizzato con il “descialbo”, la rimozione a secco, tramite bisturi, degli strati di “scialbo”, la pittura sovrammessa agli affreschi, in questo caso molto aggrappante.

In tutte le Sale Storiche è emersa un’immagine decorativa armonica che risale alla fine del Settecento, quindi di datazione precedente alla riplasmazione neogotica del Castello. Le volte a vela sono dipinte a bianco di calce con motivi floreali delicati e le porte, coeve e coerenti con la decorazione, sono purtroppo prive degli originali pannelli dipinti dei sovraporta, trafugati durante gli anni di abbandono. Coerentemente con il gusto dell’epoca, è presente una zoccolatura diversa per ciascuna sala, che richiama le cromie delle decorazioni in volta. La fascia di parete tra la zoccolatura e la volta non presenta alcun apparato decorativo poiché era probabilmente rivestita con carte da parati dipinte a mano.

Questa manica è speculare a quella, detta “Nuova”, che, probabilmente, un tempo era anch’essa decorata. Oggi è completamente ristrutturata ma spoglia: nel restauro del 2012 è stato possibile recuperare soltanto le volumetrie architettoniche originali. Nella rifunzionalizzazione degli anni Settanta del secolo scorso, infatti, questi spazi sono stati trasformati in una lunga successione di bagni.

In questa sala risulta evidente l’approccio conservativo del progetto di restauro di questo luogo anche osservando le porte. Da una parte quelle originali, con piccoli tasselli stratigrafici, che raccontano le stesure di colore succedutesi nel tempo e la corrispondenza cromatica con gli affreschi. Dall’altra, a collegamento con l’adiacente sala della Manica Nuova, una porta realizzata artigianalmente in legno di tiglio, che riporta le stesse proporzioni e modanature, ma lasciata “a legno”, così da permettere una lettura armoniosa dello spazio, pur evidenziando gli interventi non originali.