Il Bosco di Bambù

Il Bosco di Bambù

caratteristiche

Il giardino all’inglese si compone come un mosaico di specie, ciascuna con la propria identità non soltanto botanica ma anche culturale e simbolica.

Il Parco del Castello invita a compiere un viaggio attraverso i continenti: i tassi e i bossi dall’Europa, i tassodi e la sequoia dall’America, le camelie dalla Cina.

Ai confini dell’antico viale di accesso, il suono dell’acqua dei canali irrigui sembra invitarci al bosco di bambù giganti, intricato come un labirinto. La dimensione visiva, che proietta lo sguardo verso l’alto lungo le canne e i nodi, si compenetra con quella uditiva: la luce filtra a fatica, il vento e il canto degli uccelli sembrano richiamare le vedute di Hiroshige, paesaggista che ispirò Monet e nelle cui xilografie lirismo, quiete e idealità convivono con la nostalgia.

Il bambù è un sempreverde originario della Cina; cresce spontaneamente e, grazie al suo sistema radicale, scongiura l’erosione del suolo. Nella tarda primavera i nuovi germogli spuntano dal terreno e, in questo periodo dell’anno, possono crescere fino a 20 cm al giorno. Le piante hanno fusti cavi molto resistenti, spesso utilizzati, in Cina e Giappone, per costruire le impalcature per l’edilizia.

Sono molti i riferimenti simbolici legati al bambù presenti in differenti culture ed epoche.

L’aspetto elegante rappresentava, nella società cinese, il modello di comportamento dei gentiluomini che, come questa pianta, dovrebbero essere sempre dritti e forti; come il fusto del bambù è cavo, così il gentiluomo dovrebbe conservare una mentalità aperta e mai nutrire pregiudizi o pensieri nascosti.

In diverse culture asiatiche si crede che l’umanità discenda da uno stelo di bambù. Nel mito della creazione filippino, la leggenda narra che il primo uomo e la prima donna furono liberati dall’apertura di un germoglio di bambù, che emerse su un’isola creata dopo la battaglia delle forze elementari, Cielo e Oceano.





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