La Sala degli Stemmi
Dagli anni Venti dell’Ottocento, il Castello e il suo Parco risplendono grazie a “Babet”, Maria Elisabetta Ferrero della Marmora, sposa del Marchese Maurizio Massel.
Rimasta vedova nel 1816 con tre figli piccoli, Maria Elisabetta decide di non risposarsi, iniziando a occuparsi personalmente del patrimonio di famiglia. Vive da sola tra Miradolo, Pinerolo e Torino, riesce a consolidare il patrimonio della famiglia e a ricostruire i possedimenti compromessi dalle battaglie napoleoniche; gestisce affari tradizionalmente di competenza maschile, segue numerosi interventi di restauro, eroga prestiti, fa riparare le cascine e cura gli appalti.
Tra il 1820 e il 1839 Maria Elisabetta si dedica in particolare al Castello di Miradolo: interviene sulla facciata del Palazzo, rivista in stile neogotico; fa realizzare la Serra nel 1831 e, nel 1839, in occasione delle nozze del figlio, la Torre Rotonda. Per le architetture si rivolge all’architetto Talucchi, per il Parco, come hanno attestato le ultime ricerche archivistiche, al celebre architetto paesaggista Xavier Kurten, che lo trasforma in un giardino informale o “all’inglese”.
Oggi, grazie alle sue scelte, si rivela il disegno globale di un intervento armonico ed elegantemente equilibrato, sia sull’impianto architettonico sia su quello decorativo dell’intero palazzo e del Parco.
Il recupero delle sale del piano terra e del primo piano svela la ri-plasmazione della dimora avvenuta nella prima metà dell’Ottocento.



Lo stemma della famiglia Cacherano di Bricherasio con l’aquila bicefala con la corona, il globo terrestre e la spada, tenuti nelle zampe, e lo scudo a fasce a zig-zag orizzontali, bianche e nere
Il dettaglio dello scudo a fasce
Dettaglio della facciata della Corte Nobile del Castello di Miradolo in cui è evidente lo Stemma del Massel, con i tre martelli in bassorilievo

Gli stemmi delle due Famiglie affiancati, nella facciata della Corte Nobile del Castello di Miradolo.

In questa sala è evidente quanto l’intervento novecentesco effettuato dalla congregazione religiosa abbia influito sulle possibilità di recupero dell’apparato decorativo: il grande “neutro”, visibile sulle pareti fino all’inizio della volta, indica che la superficie era coperta da piastrelle che, eliminate durante il restauro a cura della Fondazione Cosso, hanno irrimediabilmente “staccato” gli affreschi sottostanti.
Una foto della Sala degli stemmi prima del restauro a cura della Fondazione Cosso
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Nella foto di copertina La facciata Nobile del Castello di Miradolo in una cartolina risalente presumibilmente agli anni ’50 del Novecento in cui è ben visibile lo stemma della famiglia Cacherano di Bricherasio.