Tasso

Tasso

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Questo meraviglioso esemplare che cresce accanto al portico del Castello è un Taxus baccata, specie molto longeva e dalla crescita lenta, che può raggiungere anche i 2000 anni.

Con la sua forma ad ombrello e il singolare intreccio di rami che si dipartono dal tronco come possenti corde, si tratta infatti dell’albero più antico del Parco.

Il nome comune deriva dal greco tóxon che significa arco/freccia, e l’appellativo di Albero della morte nasce dal suo impiego nella realizzazione di dardi velenosi e dalla sua caratteristica tossicità.
Già nel IV secolo a.C., si parla del carattere estremamente velenoso della pianta, le cui proprietà tossiche, in età moderna, sono state attribuite ad un alcaloide chiamato Tassina, presente in tutti gli organi della pianta, ad eccezione della parte carnosa del frutto, ed in grado di uccidere, in dosi elevate, anche l’uomo.

Il veleno del tasso era utilizzato per rendere più micidiali le punte di freccia e di lancia e fu proprio una freccia di tasso ad uccidere il Re Riccardo Cuor di Leone. Shakespeare racconta come il padre di Amleto fu ucciso versandogli in un orecchio una sostanza estratta dal tasso.

Nell’antichità i Greci avevano dedicato il tasso a Ecate, dea degli Inferi, come simbolo inscindibile di morte ed immortalità. Presso diverse popolazioni antiche questa pianta simboleggia la morte come momento di passaggio verso una nuova vita e, ancora, l’eterno ciclo di morte e rinascita.

Si tratta di una pianta dioica con fiori maschili e femminili portati da individui diversi. Le foglie sono di un bel verde scuro, ricurve.

Durante la stagione estiva la sua chioma si colora di tanti piccoli puntini rossi: sono i frutti, gli arilli, una sorta di bacca rossa e zuccherina, altamente tossica per l’uomo.

Queste bacche colorate, oltre ad essere molto decorative, attraggono gli uccelli, che diventano così un tramite per la sopravvivenza di questa specie. L’involucro coriaceo del seme non è infatti corroso dai succhi gastrici dei piccoli animali e in questo modo si evita l’avvelenamento, rendendo posibile la diffusione dei semi anche a grande distanza.

E’ una conifera autoctona presente in quasi tutta Europa. Fino al XVIII secolo è stato l’unico sempreverde di grandi dimensioni presente in Inghilterra, insieme all’agrifoglio, dove era tradizionalmente associato ai giardini delle chiese. La religione cristiana lo riconosceva infatti come simbolo di vita eterna.

 

Origine: Nordafricana e Euroasiatica.

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