Ginkgo Biloba

Ginkgo Biloba

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Un maestoso esemplare centenario accoglie i visitatori nella corte di accesso al Castello.

 

L’area delimitata dal ginkgo e dagli alti tassodi è una delle più antiche, progettata alla fine del Settecento, con un giardino di delizie, un frutteto e una peschiera. Nel secolo successivo, grazie alla passione di Maria Elisabetta Ferrero della Marmora, i confini del Parco si ampliano e l’assetto viene completato secondo il gusto romantico. Il nuovo disegno non include più il giardino di delizie e la peschiera viene sostituita da un laghetto, probabilmente navigabile, che non si è conservato. L’acqua rimane comunque, ancora oggi, un elemento importante nel Parco e lo attraversa completamente attraverso il ricco sistema di canali irrigui tutt’ora alimentati dal torrente Chisone.

Il ginko biloba è un “fossile vivente”, esistente sulla Terra già 250 milioni di anni fa. Sopravvissuto attraverso i secoli grazie alla coltivazione nei giardini e nei templi cinesi, fu introdotto in Europa all’inizio del Settecento, e venne subito apprezzato per il suo portamento e le caratteristiche foglie a ventaglio bilobato.

Questo esemplare supera ormai i 30 metri e la circonferenza del suo tronco sfiora i 5 metri.

Le foglie del ginko hanno la curiosa forma di un piccolo ventaglio o di una farfalla, con un lungo picciolo e una lamina di un bel verde, chiaro e brillante. Il nome della specie “biloba” deriva infatti dal latino bis e lobus, con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie. Per i cinesi la forma bilobata delle foglie, già 3000 anni avanti Cristo, rappresentava la compresenza dello yin e dello yang, le due forme di energia che governano la vita dell’uomo, delle cose e della natura.

Il ginko è un albero dalle grandissime capacità di resistenza e adattamento. Oltre che al freddo resiste alla siccità, è immune agli insetti, ai funghi e a ogni specie di parassiti, oltre che all’inquinamento atmosferico e industriale. Si racconta che quando, nel 1945, sul Giappone si abbatté la bomba atomica, un vecchio ginko che si trovava all’esterno dell’Osservatorio di Hiroshima andò completamente carbonizzato. Qualche tempo dopo, però, tra i resti del tronco si intravedevano già segni di vita e un verde germoglio che si faceva spazio intorno.

Questo albero secolare è sempre emozionante, ma è l’autunno la stagione in cui diventa sorprendente: le sue foglie si tingono di giallo e creano un’enorme macchia di colore nel giardino. I ventagli gialli che gradualmente abbandonano la pianta si posano alla base del tronco e tutto intorno, creando l’effetto di un gigantesco tappeto d’oro.

 

Origine: Provincia di Zhejiang, Cina

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