10. Il boschetto dei faggi

Mano a mano che ci si addentra nel Parco è come se il bioritmo del visitatore venisse portato a rallentare le proprie cadenze, ad immergersi nel paesaggio, ad aprire gli occhi del cuore, per cogliere quei dettagli straordinari che, nella vita di ogni giorno, sfortunatamente sembrano sfuggire.

Nel Parco, in piena sintonia con i dettami del giardino all’Inglese, gruppi di alberi e boschetti si inseriscono nel progetto come quinte verdi, disegnando scenografie e romantici scorci. Passeggiando si avvertono le linee sinuose e l’irregolarità tipica del gusto informale: ogni elemento è collocato ad arte per aprire e chiudere prospettive visive e suscitare nel visitatore sorpresa e, insieme, curiosità.

Quando l’estate avanza, le giornate iniziano ad accorciarsi e le bacche compaiono copiose sui rami, mutano le luci e le ombre si allungano, le prime foglie si colorano e lasciano presagire il cambio imminente della stagione.

Superate i due bellissimi esemplari di carpino, dal tronco traforato come un merletto, e svetterà di fronte a voi un bellissimo faggio.