9. L’antico viale di bosso

Camminiamo insieme lungo il viale di bosso che segue il perimetro del Parco formando un percorso ad anello. Questo particolare sempreverde è presente nel giardino già dall’Ottocento, quando era molto in voga per creare siepi e bordure. Ci ricorda l’importante funzione svolta dalle siepi nei giardini: rettilinee o sinuose, sempreverdi o caducifoglie, separano gli spazi creando quinte verdi e proteggono le piante vicine dai venti freddi. Possono essere realizzate, per esempio, con piante di tasso, alloro, leccio o agrifoglio.

Anche i viali e i sentieri contribuiscono a definire la struttura del giardino: ampi e coperti di ghiaia oppure stretti e in terra battuta i sentieri risaltano nella stagione fredda, quando le chiome si svuotano, ma scompaiono sotto la neve.

La siepe si interrompe a un certo punto, sulla destra, per lasciare spazio a un carpino: è un esemplare vecchio e malato, più volte sottoposto a potature necessarie per contenerne la chioma e il carico, ma molto interessante per osservare gli equilibri e la vita del bosco. Il tronco, ormai cavo, ospita funghi, insetti e piccoli animali che convivono con la pianta generando un delicato equilibrio: il legno si sta deteriorando ma l’albero è ancora in vita e non verrà abbattuto dalla mano dell’uomo finchè questo non si renderà necessario per ragioni di sicurezza.

Proseguendo lungo il viale si incontra sulla destra un’imponente farnia, la tipica quercia di pianura, le cui ghiande dall’autunno fino all’inizio dell’inverno sono un’importante fonte di sostentamento per diversi animali. I più ghiotti sembrano esserne gli scoiattoli ma lo sono anche le ghiandaie.

Questa specie alle nostre latitudini è stanziale e sopravvive in inverno nutrendosi soprattutto di ghiande, faggiole, noci e castagne di cui fa una grande scorta in autunno e che nasconde nella corteccia degli alberi, nelle ceppaie o nel terreno del sottobosco. Un uccello di questa specie può raccogliere nella sua vita migliaia di ghiande, ricordando i propri nascondigli anche a mesi di distanza.

La ghiandaia è comunque un animale onnivoro che mangia anche insetti, lucertole, uova e deve guardarsi dai predatori che spesso sono gli uccelli rapaci.

Nel Parco capita di intravedere il volo di falchi, aquilotti e allocchi. Questi ultimi, in particolare, riposano spesso su conifere, alti alberi ricoperti di edera, camini e anfratti di antiche dimore rustiste. Nidificano tra febbraio e giugno, in cavità scelte con attenzione tra quelle naturali e quelle artificiali.