19. Il bosco di bambù giganti

Questo è uno degli angoli più magici del giardino: la particolarità delle piante di bambù e la presenza importante dell’acqua lo rendono un luogo ideale per godere attimi di vera tranquillità. Sostate sulla panchina, o fermatevi semplicemente in ascolto: quando il vento si infila tra le canne l’aria risuona come una melodia.

 

Difficile dire se la volontà di collezione tipica dei giardini ottocenteschi di pregio, o se la visione illuminata di un più recente giardiniere-manutentore, abbiano portato alla presenza dei bambù nel Parco. Grazie al suo aspetto elegante e alla portata fortemente ornamentale, è stato introdotto e allevato fino a formare un boschetto, quello che ancora oggi potete osservare, un intricato e affascinante labirinto verde che vi condurrà attraverso atmosfere di paesi lontani.

 

Nel bosco di bambù la luce filtra dall’alto e tra le alte canne facendosi strada nel bosco, a fatica. C’è sempre nei giardini qualche angolo ombroso, magari dimenticato, dove il giardiniere può introdurre le piante ombrofile, che tollerano l’ombra e ne traggono giovamento.

 

In autunno i colori investono anche il Bosco di bambù: il verde delle fronde e delle canne si mischia al color oro e al bruno delle foglie che cadono dalle piante circostanti e si depositano leggere a terra.

Forse non tutti sanno che Goethe era appassionato di scienze naturali e aveva condotto degli studi sul colore che lo avevano portato alla pubblicazione del saggio Della teoria dei colori, nel 1810. Egli contestava Newton e la sua interpretazione puramente fisica e meccanicistica della percezione del colore credendo che i colori dovessero avere in sé qualcosa di più che li legava alla spiritualità e alla sensibilità dell’osservatore oltre che ai fenomeni naturali.

 

Quando deciderete di salutare il bosco di bambù, costeggiate il corso d’acqua e spostatevi alla scoperta del viale delle Ortensie, in corrispondenza dell’antico ingresso al Parco.