3. La radura dei cipressi calvi

Seppure avvolto dal freddo dell’inverno anche in questa stagione il Parco sprigiona bellezza, tra merletti ricamati dal gelo. Nel giardino peasaggistico il passare del tempo e l’alternarsi delle stagioni sono accompagnati da una natura varia e mutevole. I sempreverdi si mescolano alle caducifoglie, le specie arboree sono accostate in base alla dimensione e all’andamento delle chiome per avere irrinunciabili effetti scenografici in ogni momento dell’anno.

Vi trovate ora al centro della radura degli alti tassodi: tre meravigliosi esemplari, facilmente riconoscibili dalla forma della base del tronco, che ricorda la zampa di un elefante. Il fusto è dritto, la corteccia morbida, spesso colorata di verde dalla presenza del muschio. Il tassodio è una conifera spogliante originaria degli Stati Uniti d’America: è anche conosciuto come cipresso “calvo” proprio per la caratteristica di perdere gli aghi nel tardo autunno. Cresce generalmente in zone umide o paludose dove respira grazie a radici aeree chiamate pneumatofori.

Tra i tassodi si trova un bellissimo ippocastano, dalla corteccia ruvida e dal portamento slanciato; i suoi rami possenti si aprono a ombrello e si spogliano in autunno, quando dalla pianta cadono le ampie foglie colorate e i frutti, le cosiddette “castagne matte”.

Di fronte all’ippocastano, verso il Castello, appare un antico esemplare di magnolia grandiflora. Questa specie sempreverde si distingue per il fogliame di un bel verde intenso e lucido. Le magnolie sono piante antichissime, dall’accrescimento lento, il cui nome ricorda Pierre Magnol, medico e botanico francese, che è stato il direttore del Giardino Botanico di Montpellier, tra il XVII e il XVIII secolo.

Accanto alla magnolia, addossato all’agrifoglio, un calicanto saluta l’inverno con il suo profumo intenso. Cespuglio rustico e vigoroso, nei mesi più freddi dell’anno perde il fogliame ma si adorna di piccoli fiorellini con calice a forma di petali che internamente lasciano intravedere una macchia bruno-porpora. Il calicanto è generalmente utilizzato come pianta ornamentale e di frequente lo si ritrova nei giardini ottocenteschi dove crescono esemplari annosi.

La passeggiata prosegue ora alla scoperta di un angolo tra i più appartati e silenziosi del Parco: lasciandovi alle spalle il Castello e la radura dei tassodi attraversate il canale per ritrovarvi immersi nel sottobosco.