28. Il cipresso calvo e l’ontano nero

Una volta lasciato il Viale di Tigli, proseguite in direzione della Corte rustica del Castello, oltrepassatela, superate il fico.

Alzate lo sguardo verso il tassodio, il quarto esemplare del Parco e il più imponente. La sua collocazione, verso il grande prato, gli ha permesso di svilupparsi rigoglioso, assumendo proporzioni importanti. Accanto ad esso, un esemplare di Alnus glutinosa, l’ontano nero, della famiglia delle Betulacee.

L’ontano nero (Alnus glutinosa) è un albero che può raggiungere i 25 m, spesso nato per ricaccio dopo il taglio dalla ceppaia. Cresce rigoglioso nella vicinanza dell’acqua, sulle rive dei fiumi, dei laghi e delle paludi, con le radici sommerse, i tronchi nodosi e i rami contorti.

Pur non essendo propriamente un sempreverde, conserva le foglie verdi e lucide fino al momento in cui si staccano dal ramo; in autunno fa spuntare i suoi amenti, che s’allungano nel corso dell’inverno per aprirsi rigogliosi tra febbraio e marzo.

Come noto fin dall’antichità, il legno di ontano immerso nell’acqua diventa immarcescibile. Vitruvio scrisse che veniva utilizzato nelle paludi del Ravennate per la costruzione di strade sopraelevate. Anche molte cattedrali medievali poggiano su pali di ontano, così come il Ponte di Rialto a Venezia e molti dei palazzi della Serenissima.

Tornate indietro e dirigetevi alla scoperta della Serra neogotica. Respirate il profumo dei tigli e ammirate le fioriture delle ortensie.