24. Il sottobosco e i canali

Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera il sottobosco del Parco si colora di piccole e allegre macchie dal giallo al viola, al bianco. Sono i crochi, le violette, le primule e i narcisi, che spuntano per primi dalla terra scura, facendo capolino improvvisamente e regalandoci ogni volta un’emozione.

Il crocus è un pianta perenne appartenente alle Iridacee; cresce bene nel fresco sottobosco e può assumere diverse colorazioni: violetto, malva, giallo e bianco.

Le primule sono ben note a molti, crescendo spontanee in tutte le regioni temperate dell’emisfero settentrionale. Amano l’ombra parziale e il terreno innaffiato.

Proseguite verso sinistra fino a individuare un antico platano.

Questo imponente albero, vetusto e malato, è stato conservato dalla Fondazione Cosso che ogni anno lo contiene un po’ per scongiurare il pericolo di instabilità; lo sta accompagnando con pazienza fino alla fine dei suoi giorni. Alla base del tronco alcune sedute in legno vi permettono di sostare in pace, in ascolto della natura, per qualche istante.

Più in là potrete riconoscere una grande ceppaia di castagno scomparso molto prima che la Fondazione Cosso nascesse. La ceppaia è rifugio dei piccoli animali e verrà un giorno totalmente reintegrata dalla terra che si riapproprierà del legno e delle radici grazie all’azione dei coleotteri e degli insetti.

Potrebbe capitarvi di osservare nel Parco diverse specie di picchio: il picchio verde, il più facile da incontrare, ha un carattere piuttosto schivo ed è quello che passa più tempo a terra alla ricerca di larve, formiche e insetti, sotto le foglie. Il picchio rosso rimane invece quasi sempre attaccato al tronco degli alberi sottraendosi al pericolo rappresentato dai predatori. Quando crea il suo nido può lavorare anche per oltre 10 giorni, di seguito. Forma nell’albero una bella cavità a forma di goccia, che comunica con l’esterno tramite un’apertura sufficientemente grande da permettergli di entrare e uscire con facilità. I resti del legno che rimangono all’interno nel tronco fungono da giacilio per le uova e le nidiate.

Camminate ora fino a individuare il successivo passaggio sul canale che vi permetterà di raggiungere la radura dei tassodi dove la vista si apre e le prospettive si moltiplicano.

Tra il cancello e la radura dei tassodi, tutto l’anno sono numerose le tracce del passaggio delle talpe, con le loro gallerie che affacciano dalla terra in vistose montagnette morbide. La talpa è un insettivoro che passa la maggior parte del suo tempo sotto terra scavando lunghi cunicoli. È uno tra gli animali che non vanno in letargo ma in inverno rimangono riparari nel sottosuolo facendo diversi sonnelini nell’arco della giornata. È lunga circa 15 centimetri, ha un folto mantello scuro e forti zampe anteriori, adatte a scavare; con la testa spinge la terra rimossa verso la superficie. Quando riesce a catturare i lombrichi li trasporta in una cella adattata a dispensa dalla quale attinge nel momento del bisogno.

Andate ora alla scoperta di uno dei fiori più rappresetativi del Parco: la camelia. Vi invitiamo a spostarvi sotto l’alto platano, dove il sentiero si biforca, in corrispondenza della targa con la mappa del Parco.