4- L’acero giapponese

Un acero palmato cresce accanto al grande Ginkgo biloba. Avvicinatevi ad osservare dal basso l’incontro delle due chiome. Con il portamento sinuoso di tronco e rami, e con la meravigliosa colorazione del suo fogliame, l’acero contribuisce allo spettacolo del foliage.

 

La specie Palmatum è la specie di acero più diffusa nei giardini, molto apprezzata per la bella colorazione del fogliame che interviene in questi mesi. Decise virate di colore si riconoscono nelle foglie, che dal verde mutano ai ben più accesi toni del rosso e dell’arancio.

 

L’acero ha taglia compatta e cresce fino a 5 m, ramificandosi dal basso, con forme eleganti. La sua chioma è generalmente densa e arrotondata.

È originario del Giappone ed è stato importato in Europa e in America negli anni Sessanta dell’Ottocento, dopo l’apertura del Paese ai commerci internazionali. Divenne ben presto protagonista nei giardini per la sua bellezza, spesso accostato a boschetti di bambù che evocavano gli apprezzatissimi “giardini giapponesi”.

 

Sebbene tolleri i climi caldi, prospera nelle aree a clima temperato freddo; nel paese d’origine è coltivato come albero da sottobosco che richiede ombra e riparo per proteggere le foglie dal sole e dal vento, che tenderebbero a farle accartocciare.

 

Il legno degli aceri è adatto alla fabbricazione degli strumenti musicali, ed è usato per il fondo, le fasce laterali e i manici dei violini. Antonio Stradivari utilizzò per la prima volta, nel XVII secolo, un ponticello d’acero per sostenere le corde del suo violino. Grazie alla sua compattezza il legno di acero è usato anche nei lavori di ebanisteria e intarsio.

 

Si narra che tra gli aristocratici giapponesi si attendesse l’autunno per ritrovarsi sotto gli aceri, suonare, cantare o recitare poesie d’amore, cercando ispirazione nelle foglie screziate di rosso. Più tardi questa usanza signorile divenne popolare ed è rimasta inalterata fino ad oggi.