10. L’albero dei tulipani e il grande faggio

Lungo il viale, sulla sinistra, dopo la farnia, cresce l’albero più alto del Parco: il Tulipier o albero dei tulipani. Caducifoglie della famiglia delle Magnoliacee, è originario della costa orientale degli Stati Uniti d’America. Il suo nome deriva dai suoi fiori, molto profumati, di forma simile ai tulipani, che assumono un bel colore tra il verde e il giallo e si possono vedere nel mese di maggio. Le grandi foglie sono tremole al vento come quelle del pioppo e la loro affascinante colorazione autunnale rende il Tulipier uno degli indiscussi protagonisti del Parco da settembre a novembre.

La corteccia del liriodendro vale una sosta per ammirarne la particolarità: la superficie del tronco è attraversata da profonde scanalature che salgono regolari dalla base alla cima; l’attaccatura del fusto al terreno colpisce per le possenti radici.

Accanto cresce un altro gigante del Parco: il Fagus sylvatica aspleniifolia, con la corteccia che ricorda il manto dell’elefante e con il portamento morbido e ricadente, che sembra abbracciare chi si ferma sotto la sua chioma. È anch’esso una specie arborea decidua e appartiene alla famiglia delle Fagacee. Il suo nome deriva dalla forma delle foglie che si contraddistinguono per una lobatura marcatamente sinuata, che ricorda quella della felce. Tra le foglie, che si attardano sui rami fino a inverno inoltrato, sono già ben visibili le piccole gemme che si apriranno in primavera. Questa specie di faggio è una fra le varietà ornamentali più rare da ritrovare nei giardini.

Un faggio adulto è in grado di portare ai rami circa 500 litri d’acqua al giorno. Una quantità considerevole che non è però certo reperibile dal terreno quotidianamente, specie in estate. Ma allora come si disseta il faggio? Durante l’inverno, quando non ha necessità di assorbirla per sopravvivere, fa scorta d’acqua.

Si colloca di fronte al faggio, raggiungibile seguendo il sentiero, un antico cancello che affaccia sui prati circostanti. Un documento d’archivio racconta che, negli anni fra il 1890 ed il 1892, il marchese Fulvio Massel di Caresana sia stato uno dei firmatari di un compromesso con il Comandante della Scuola di Cavalleria, Felice Avogadro di Quinto, per l’affitto di questi terreni, situati a valle del Parco, per l’insediamento del “Galoppatoio di Miradolo”. Non sono però pervenute altre testimonianze dell’esistenza di tale galoppatoio, la cui realizzazione fu probabilmente interrotta anche a causa della morte del marchese, nel 1906, a soli due anni di distanza da quella del nipote Emanuele Cacherano di Bricherasio, fratello di Sofia.