8. Il tasso

Il taxus baccata è l’albero più antico del Parco e anche il più velenoso; con il fogliame sempreverde e il singolare intreccio di rami che si dipartono dal tronco come possenti corde, regala uno spettacolo davvero unico. Nel corso della vostra visita incontrerete molti altri esemplari di tasso, più giovani e dal fogliame morbido; si tratta infatti di una specie che ha trovato nel Parco le condizioni ideali per prosperare e che si riproduce spontaneamente. Albero misterioso e malinconico, il suo legno era anticamente usato per produrre armi mortali. Già nel IV secolo a.C., si parla del carattere estremamente velenoso della pianta, le cui proprietà tossiche, in età moderna, sono state attribuite a un alcaloide chiamato Tassina, presente in tutti gli organi dell’albero, a eccezione della parte carnosa del frutto, e in grado di uccidere, in dosi elevate, anche l’uomo.

Alle nostre latitudini prosperano numerosi i faggi che crescono talvolta a formare vere e proprie foreste; nelle loro vicinanze vivono spesso i tassi, adattatisi a sopravvivere all’ombra dei compagni. Il tasso è paziente e cresce lentamente, anche con poca luce, avendo dalla sua un’aspettativa di vita decisamente importante che può anche superare i mille anni. Quando un esemplare raggiunge la maturità e poi invecchia può anche sviluppare più fusti che generalmente sono destinati con il passare del tempo a saldarsi conferendo alla pianta l’aspetto rugoso di un nonno.

Riportatevi ora verso l’angolo delle camelie e superatelo procedendo lungo il viale inghiaiato.