22. L’affaccio sul grande prato

Dal Viale delle ortensie fate ora capolino verso il grande prato centrale, per osservare il Castello incorniciato dalle Alpi.

Si tratta di un assialità molto importante, poichè taglia il Parco e il grande prato lungo la linea da Nord a Sud, inquadrando la facciata neogotica del palazzo, per chi proviene da Pinerolo.

La facciata ricorda una quinta teatrale, perfettamente inserita e armonica nel paesaggio circostante. Sull’orizzonte, la sagoma triangolare del Monviso, ben visibile nelle giornate terse, si colloca perfettamente tra le cuspidi; fatto questo non casuale ma opera degli architetti che progettarono il Castello, e il suo restauro ottocentesco, e che si occuparono degli inserimenti delle piante del giardino.

L’asse prospettico da Nord a Sud inizia in corrispondenza della guardiania con il portale su via Cardonata, e il relativo viale delle ortensie e delle palme, e culmina sull’esedra degli agrifogli, con le loro foglie spinose di un bel verde scuro.

Questi arbusti presentano una particolarità distintiva: le foglie giovani e quelle che crescono nella parte bassa dell’arbusto sono munite di spine acuminate e hanno margine ondulato; le foglie più vecchie, quelle nella parte alta dell’arbusto, hanno invece un margine lineare, sono prive di spine e di forma ovale. I fusti sono ramificati, a creare una chioma densa, i rami hanno corteccia liscia e sono di colore verde o grigio. In primavera, l’agrifoglio produce piccoli fiori bianchi.

Chiudete gli occhi e immaginate il Castello abitato da coloro che lo hanno animato nella sua epoca d’oro.

La contessa Sofia passeggia nel Parco, e osserva la bellezza della natura per cogliere da essa gli spunti per il suo prossimo dipinto, che realizzerà con maestria sotto la guida attenta del Maestro Lorenzo Delleani, importante pittore paesaggista biellese. Di tanto in tanto, si incanta davanti alle ortensie, alle camelie, alle rose che crescono rigogliose nel Parco.

E’ l’11 luglio 1899. Il fratello Emanuele è appena rientrato da Palazzo Bricherasio, la dimora torinese della famiglia, e si sta riprendendo dalle fatiche del viaggio; appena la vede, le corre incontro, fiero per avere finalmente firmato il documento di fondazione della FIAT, la prima grande azienda automobilistica italiana.

L’amico Federico Caprilli, Ufficiale di Cavalleria, colui che, di lì a breve, sarebbe diventato il più grande campione di equitazione della Belle Epoque e non solo, lo accompagna festoso.

La carrozza è pronta per recarsi in città, a Pinerolo, e dare l’annuncio agli amici, magari sorseggiando un vermouth oppure sostando sotto i portici di Piazza Duomo.

Il cane della contessa Sofia scodinzola intorno.

Proseguite il persorso immersi e protetti dal sottobosco coperto di edera e vinca, con i suoi meravigliosi fiorellini azzurro-lilla e fragoline selvatiche; qui il viale si trasforma e da cammino si fa sentiero. Seguitelo mentre si inoltra verso il grande faggio rosso e l’altissimo pino nero, due bellissimi esemplari ospitati nel Parco ormai da lungo tempo. Avete potuto apprezzare la loro imponenza dai diversi affacci sul prato che si sono succeduti fino ad ora ed è giunto il momento di avvicinarvi a conoscerli di persona.

Il sentiero si aprirà alla vostra sinistra, in corrispondenza del canneto. Portatevi allora sul prato e alzate gli occhi.