4. Il Grande Prato centrale

Vi trovate in corrispondenza di uno degli affacci più suggestivi; prendetevi del tempo, date modo ai vostri sensi di percepire tutta la ricchezza della natura: osservate i colori, più brillanti in questa stagione, annusate il profumo e avvertite l’aria primaverile, diversa da quella invernale, per poi riconoscere, nel silenzio del luogo, il canto degli uccelli. Se lo desiderate sedetevi sull’erba del prato per ascoltare il nostro racconto.

Ai margini del grande prato centrale appare una meravigliosa corona verde. Un alternarsi di anse di vegetazione, boschetti e gruppi di piante, dalle suggestive sfumature, lasciano intravedere appena il profilo delle dolci colline pinerolesi.

Al fondo, un piccolo passaggio si apre nella vegetazione e svela l’antico ingresso al Parco, un tempo attraversato dagli ospiti del Castello. Alle vostre spalle, la facciata principale della dimora delle famiglie Massel di Caresana e Cacherano di Bricherasio, con le sue decorazioni in stile neogotico e la caratteristica torre rotonda. La torre non ha mai avuto funzione difensiva ma serviva come punto panoramico di affaccio sul paesaggio circostante. La sua costruzione, nella prima metà dell’Ottocento, è più o meno contemporanea a quella della Citroniera e alla trasformazione del Parco secondo il gusto romantico e informale. All’ombra della torre, affacciati sul prato, diversi esemplari di Hydrangea paniculata si stanno risvegliando dopo il lungo freddo inverno; diverranno in estate davvero spettacolari con le loro grandi infiorescenze bianche.

Alla vostra destra, una morbida quinta verde è formata da un gruppo di esemplari di Cryptomeria japonica, che si sviluppano rigogliosi verso il centro del Parco. Dove la macchia verde termina, si staglia una magnolia stellata che è la prima a fiorire in questa stagione, annunciando che il Parco sta per indossare la sua veste più bella dopo il rigore dei mesi freddi.

Verso il centro due tigli imponenti crescono accanto a una giovane farnia, recentemente introdotta dalla Fondazione Cosso, in sostituzione di uno storico vecchio esemplare. In fondo, sulla sinistra, l’imponente profilo di due giganti del Parco: il faggio rosso e il pino nero.

La passeggiata prosegue ora in direzione del boschetto di faggi, il cui ingresso si apre appena dopo il tasso, sulla sinistra.