22. L’affaccio sul grande prato

Vi trovate in corrispondenza di un’assialità molto importante che taglia il Parco e il grande prato inquadrando la facciata neogotica del palazzo, per chi proviene da Pinerolo.

La facciata ricorda una quinta teatrale, perfettamente inserita e armonica nel paesaggio circostante. Sull’orizzonte, la sagoma triangolare del Monviso, ben visibile nelle giornate terse, si colloca perfettamente tra le cuspidi; fatto questo non casuale ma opera degli architetti che progettarono il Castello e che si occuparono degli inserimenti delle piante del giardino. L’asse prospettico da Nord a Sud inizia in corrispondenza della guardiania con il portale su via Cardonata, e il relativo viale delle ortensie e delle palme, e culmina sull’esedra degli agrifogli, con le loro foglie spinose di un bel verde scuro.

 

L’Ilex aquifolium è una latifoglia sempreverde che ama il clima temperato freddo e può svilupparsi fino a 10 m di altezza. Spesso lo si colloca tra grandi alberi decidui, lo si pota per limitarne l’altezza, considerandolo un arbusto del sottobosco; evitando di contenerlo, però, l’agrifoglio può svilupparsi fino a divenire un albero come è accaduto in questo Parco.

Gli esemplari che raggiungono una discreta dimensione forniscono riparo agli uccelli, scoraggiando i predatori con i loro rami fitti e con le spine. Queste ultime hanno in natura anche un’altra funzione, quella di difendere la pianta dagli animali erbivori, che riescono a divorare solo gli esemplari più giovani e dalle spine morbide.

 

Dal mese di settembre, quando gli insetti iniziano a diminuire, gli uccelli prendono d’assalto gli agrifogli, i biancospini e i prugnoli, con le loro bacche colorate. Non risparmiano nemmeno i frutti del tasso che con il loro colore acceso attirano l’attenzione dei volatili anche da grandi distanze.