18. Il frassino maggiore

Vi invitiamo ora ad osservare tre giovani esemplari di Fraxinus excelsior, il frassino maggiore, che crescono uno vicino all’altro con i loro tronchi dritti e svettanti.

Il frassino, come gli ulivi, appartiene alla famiglia delle Oleaceae con foglie pennate formate da numerose foglioline strette e dentate che in autunno si tingono di giallo. È uno degli alberi decidui di origine europea più grandi.

È molto apprezzato per il suo legno: forte ma flessibile, in passato veniva utilizzato per creare assi e cerchioni delle ruote dei carri; oggi è possibile acquistare cesti, remi e attrezzi agricoli realizzati con questa essenza.

La vicinanza dei tre giovani frassini ci suggerisce una riflessione sul linguaggio degli alberi: questi meravigliosi esseri viventi entrano in connessione tra di loro ad esempio per mezzo delle radici che hanno un’estensione importante, più del doppio della chioma. Una rete sotterranea e invisibile ai nostri occhi li collega attraverso messaggi chimici ed elettrici che viaggiano abbastanza veloci. Talvolta i funghi assumono un ruolo nella propagazione dei messaggi tra gli alberi e li amplificano permettendogli di raggiungere grandi distanze all’interno del bosco. Gli scienziati si stanno ancora interrogando se sia possibile uno scambio di informazioni tra esemplari arborei di specie diverse ma hanno osservato che un albero giovane e vigoroso ha maggiori capacità di comunicare rispetto ai compagni più anziani e con un sistema immunitario basso.

Come sostenuto da Peter Wohlleben grazie ai suoi studi nei boschi, alberi della stessa specie che crescono nelle vicinanze formano una vera e propria comunità al cui interno vige una sorta di assistenzialismo per cui gli esemplari più forti sono in grado di supportare quelli più deboli ad esempio redistribuendo attraverso le radici le sostanze nutritive e l’acqua disponibili nel terreno. Ancora una volta la natura ci sorprende per la sua complessità e ci rivela aspetti di straordinaria bellezza.

Proseguite ora lungo il sentiero fino a raggiungere la quercia rossa che affaccia sul prato centrale. Nei pressi individuerete una panchina.