13. Il cedro del Giappone

Questo curioso esemplare, dal portamento “spumeggiante”, è una Cryptomeria japonica. Accanto a lei cresce un bell’acero giapponese. Tutto intorno, rigogliose felci e meravigliosi cespugli di ortensie.

Introdotta in Europa dal Giappone nel 1861, a scopo ornamentale, la cryptomeria era da sempre utilizzata nella terra d’origine nei giardini e nei viali vicino ai templi.

Appartenente alla famiglia delle Cupressaceae, ha una chioma verde brillante e conica, che può raggiungere l’altezza di 35 m. I morbidi aghi sono disposti a spirale intorno al germoglio, i frutti sono piccoli strobili di forma globosa che si sviluppano in cima ai rametti.

Nella stagione autunnale questo angolo del parco regalerà uno scorcio suggestivo grazie al foliage. La chioma della cryptomeria assumerà toni verso il bronzo mentre l’acero del Giappone si tingerà di rosso; passeggiate tra i due alberi, infilandovi sotto gli alti rami della cryptomeria, e da qui scorgerete le loro chiome intrecciarsi.

Il colore è un elemento imprescindibile nel Parco; lo anima e lo rende “pittoresco”, creando contrasti e giochi di sfumature. Il paesaggista, come un abile pittore, traccia macchie di colore nel verde e si preoccupa che, in ogni stagione, non venga meno la magia del colore. Importante è ogni cambio della luce, ogni mutare di prospettiva.

L’affaccio sul grande prato permette di godere di una bella visuale verso nord-Ovest: al di là degli alberi, si susseguono in lontananza, da sinistra verso destra, il paese di Prarostino, con il colle di San Bartolomeo, San Secondo di Pinerolo, con il poggio del Castel del Lupo e le creste della Val Germanasca.

Riportatevi sul viale e non dimenticate di sollevare lo sguardo: sulle vostre teste due giganti del Parco si “parlano ad alta quota”: sono la svettante farnia a destra e, subito dietro, sulla sinistra, il liriodendro.