17. La ceppaia dell’antico cedro del Libano

Nei pressi del faggio rosso, accanto allo svettante pino nero d’Austria e alla farnia contorta, è conservato il ricordo di un meraviglioso esemplare di cedro del Libano, di cui è visibile la ceppaia. È stato per lungo tempo il gigante indiscusso del Parco, purtroppo morto e abbattuto nel 2015, per scongiurarne il pericolo di caduta.

La ceppaia del centenario cedro, che aveva resistito nei decenni, inserito già nell’originario progetto del giardino, vi permette di avvicinarvi a osservare lo stupefacente disegno degli anelli ancora ben visibili nel tronco e il suo diametro imponente. Forse non tutti sanno che lo studio della successione degli anelli degli alberi si chiama dendrologia. Ogni anno, in primavera, l’albero cresce un po’, aggiungendo un anello al suo tronco. Gli anelli rivelano l’età della pianta ma anche la sua storia: se un anno il clima è stato favorevole e le piogge abbondanti il cerchio corrispondente ha uno spessore che supera quello dei cerchi cresciuti in anni di siccità.

Passando accanto al pino nero prendete ora il sentiero che segue il perimetro del giardino. Vi troverete immersi nella vegetazione tra giovani tassi, agrifogli e arbusti tra i quali vi invitiamo a cercare i numerosi esemplari di pino.

Avete osservato l’imponente Pinus nigra, dritto e maestoso con la sua corteccia grigia e spessa, e incontrerete ora il pino strobo, riconoscibile dal fogliame aghiforme morbido e raggruppato in ciuffetti ricadenti, simile a quello del pino himalayano.

Nel linguaggio comune pino e conifera sono quasi sinonimi ma per i botanici il primo fa riferimento solo agli alberi del genere pinus, probabilmente il più importante tra le conifere. Costituito da circa 120 specie di sempreverdi con le foglie aghiformi, è presente nella maggior parte dell’emisfero settentrionale. Contraddistingue il genere pinus il modo in cui le foglie sono raggruppate in fascetti, di solito da 2 a 7.