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Irma Blank. Tra segno e silenzio

LA MOSTRA PROROGA AL 10 DICEMBRE



La mostra Irma Blank. Tra segno e silenzio è dedicata all’artista, a lungo dimenticata e scomparsa da pochi mesi, che ha trasformato la scrittura in segno.
La Fondazione Cosso, che per l’occasione inaugura il nuovo format espositivo atempo, presenta in questa mostra venti opere, tra cui sette mai esposte prima d’ora, provenienti da importanti collezioni private e grazie alla collaborazione con la Galleria P420 di Bologna. La mostra è curata da Roberto Galimberti, con il coordinamento di Paola Eynard e la consulenza iconografica di Enrica Melossi.
Tre i nuclei tematici in dialogo tra loro che tracciano la sequenza dei differenti cicli di lavoro di Irma Blank dalla fine degli anni ’60 al 2023: le opere, realizzate con tecniche differenti – olio su carta trasparente, biro su poliestere su telaio in legno, olio su tela, serigrafia su tela (esemplare unico), pennarello su carta trasparente, china su carta pergamenata, pastello su carta – tre libri d’artista, tra cui UR-BUCH Romanzo Blu, un corpo di fogli di carta velina blu «che rimanda – spiega Irma Blank – a tutto l’inchiostro versato nei secoli e apre all’immensità degli spazi, all’infinito» e la documentazione fotografica e video.
Quattro le sale storiche del Castello di Miradolo che entrano in relazione con le opere esposte, interagendo visivamente tra stratigrafie, decori, affreschi pastello sui soffitti e i segni di un passato che si fa presente. Ogni sala della mostra si lega idealmente alle parole di Irma Blank che ispirano un verbo all’infinito: guardare, fare, ascoltare, andare, la cui definizione, tratta dal Vocabolario Treccani, suggerisce alcune possibili declinazioni e relazioni tra le opere di Irma Blank, la Fondazione Cosso e le sue anime, il Castello di Miradolo e la sua storia.

Le ricerche poetiche di Irma Blank, in oltre cinquant’anni di lavoro, sottendono il tentativo assiduo, costante, tenace, di liberare la scrittura dalla schiavitù del senso, restituendo autonomia al segno puro. La scrittura si relaziona con una inevitabile tensione comunicativa sia quando assume la forma di un testo destinato alla lettura dell’altro, sia quando si fa pagina di diario o appunto personale, in cui l’altro diviene lo scrivente stesso. L’azione del fermare sulla pagina – e nel tempo – la parola rende il lettore, anche quando è soltanto ipotetico, non unicamente spettatore o fruitore ma interprete e autore della parola stessa. La scrittura asemantica di Irma Blank, come nella definizione di Gillo Dorfles, non esclude il lettore o la lettrice ma cerca, con loro, un dialogo intimo ancora più profondo, di relazione e scoperta. Di ascolto e silenzio.
Fin dagli inizi della sua carriera, l’opera di Irma Blank si struttura per una serie di lavori di un percorso di assoluta coerenza. A partire da un nucleo circoscritto di temi e di domande, ogni ciclo sfuma e si lega a quelli successivi in una progressione fluida e naturale. Carte, fogli, tele, libri sono le superfici su cui si gioca il rapporto tra segno e tempo. Inchiostro, china, penna biro, pastello, acquerello, acrilico, sono gli strumenti attraverso cui i segni occupano queste superfici e le superfici registrano il tempo di un’esistenza attraverso il gesto. Seppur con modalità e accezioni diverse, il riferimento alla scrittura e allo spazio del libro sono presenti dalle prime serie di lavoro fino ad oggi. Quello che cambia negli anni e tra i diversi cicli di lavori è il carattere e l’intensità di questo rapporto, che oscilla tra il primo riferimento degli Eigenschriften al mimetismo delle Trascrizioni, dal completo astrattismo degli Avant-testo con la loro non-scrittura primordiale, fino alla scrittura babelica dei più recenti Hyper-Text. Le sue ultime opere si intitolano Gehen (andare) perché, come dice l’artista: «siamo sempre dentro il nostro fare, nel tempo». Immaginare il tempo nel fare è l’ideale legame tra la Fondazione Cosso e l’opera di Irma Blank, la cui scrittura è, insieme, uno specchio interiore e un aprirsi al mondo. Un progetto culturale è, analogamente, ascolto e cura, guardare dentro e guardare fuori, scrivere un pezzetto di una storia con la speranza che questa possa trasformarsi in un ricordo condiviso, al futuro.

L’esposizione è accompagnata da un’inedita installazione sonora a cura del progetto artistico Avant-dernière pensée, dedicata al Concerto in re maggiore per pianoforte e orchestra “per la mano sinistra” di Maurice Ravel che si sviluppa lungo il percorso espositivo. Il Concerto fu commissionato al compositore dal pianista austriaco Paul Wittgenstein, fratello del filosofo Ludwig, che perse il braccio destro nella Prima Guerra Mondiale e che lo eseguì, per la prima volta, a Vienna nel 1931.
Parallelamente alla mostra, poi, si articola il progetto Da un metro in giù: un percorso didattico per i visitatori di tutte le età per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare le opere d’arte e la realtà che ci circonda.


atempo
Con Irma Blank. Tra segno e silenzio, in occasione dei suoi quindici anni di attività, la Fondazione Cosso inaugura atempo, un nuovo format espositivo in cui incontrare, per un breve periodo di tempo e in alcune sale del Castello di Miradolo, piccoli ma significativi omaggi ad artisti o a momenti della storia dell’arte che, per le loro peculiarità, ricerche o poetiche, si leghino all’identità del luogo e alle sue differenti anime.
Nel linguaggio musicale, a tempo è un’indicazione che, nel corso di una composizione, riporta l’esecutore al regolare movimento dopo una variazione di tempo; atempo suggerisce la temporalità di un evento, l’approssimarsi rapido della sua conclusione e, insieme, la sospensione del tempo stesso. atempo intende indagare le possibilità dell’osservare e del leggere un’opera non soltanto come oggetto visivo in dialogo con lo spazio, ma come strumento di scoperta e di riflessione del proprio tempo e, insieme, del tempo, personale e privato, di coloro che si pongono in relazione con l’opera stessa.


Una mostra per tutti
Per rendere accessibile a tutti la mostra, la Fondazione Cosso ha rivisitato spazi e adottato strumenti per rispondere alle diverse esigenze di fruibilità.
Il percorso didattico Da un metro in giù è tradotto in lingua inglese e francese e fruibile in versione Easy to Read e Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), per rendere accessibili tutte le attività anche ai bambini con problematiche di comunicazione. In abbinamento a questo, sono disponibili su richiesta Storie Sociali con lo scopo di aiutare le persone con autismo a comprendere e prepararsi meglio all’esperienza di visita della mostra e della dimora, già a partire dall’ingresso nel parco storico.
Lungo il percorso espositivo i visitatori troveranno uno spazio dedicato, appositamente progettato e allestito: uno “spazio calmo” cioè un ambiente pensato e realizzato per quanti sentano la necessità di ritrovare la calma e fare una pausa durante la visita. Favorendo il rilassamento e la fiducia nell’ambiente, questo spazio è utile anche come supporto per le persone con autismo o altri disturbi dello spettro comportamentale. In questa sala protetta sarà possibile rilassarsi, leggere o dedicarsi all’allattamento.
Saranno inoltre disponibili cuffie isolanti, sia per persone adulte che per bambini, per poter vivere gli spazi del museo limitando i rumori ambientali.
I testi di sala della mostra sono presenti anche nella traduzione in lingua inglese e francese e lungo il percorso di visita video in Lis (Lingua Italiana dei Segni) e audio descrizioni, consultabili con il proprio smatphon attraverso qr code.


Chi era Irma Blank?
Irma Blank nasce nel 1934 a Celle, nel nord della Germania, dove vive fino al 1955 quando, con il marito italiano, si trasferisce in Sicilia. Questa esperienza di sradicamento costituisce l’origine del suo lavoro. La riflessione sul concetto che “non esiste la parola giusta” la porta a lavorare alla sua prima serie astratta Eigenschriften (1968-1973), simile a scritti o diari illeggibili.
Nel 1973 si trasferisce a Milano, dove diventa insegnante d’arte al liceo artistico. Questo nuovo trasferimento segna il passaggio alla serie Trascrizioni (1973-1979), avviando un processo di lavoro ciclico che risponde a esplorazioni interiori e ad accadimenti esterni. In questi anni inizia a partecipare a mostre personali e collettive in Italia e in Germania e, da scrittrice prolifica, pubblica i suoi testi su libri e riviste. Fece parte di gruppi di poesia italiana d’avanguardia, come lo spazio sperimentale Mercato del Sale, fondato a Milano da Ugo Carrega. Dopo la partecipazione a Documenta 6 a Kassel nel 1977, entra a far parte della scena internazionale. Sempre nel 1977, effettua la prima registrazione sonora della sua scrittura e compie le sue prime azioni in uno spazio pubblico, applicando abusivamente i suoi fogli di Trascrizioni sui muri della metropolitana di Milano. Un anno dopo la morte del marito, nel 1983, Irma decide di trascorrere una parte dell’anno a Düsseldorf, dove lavora in uno studio che terrà fino al 1993 e dove riscopre il colore blu del cielo della sua terra natale, che ritorna nelle successive opere Radical Writings (1983-1996).
Alla fine degli anni Novanta torna definitivamente a Milano dove, in modo disciplinato e ascetico, continua a lavorare alle serie simultanee Hyper-Text (1998-2002), Avant-Testo (1998-2006) e Global Writings (2000-2016). Dopo un problema di salute nel 2016 che le ha immobilizzato la parte destra del corpo, Irma ha dovuto imparare a disegnare con la mano sinistra e questo l’ha portata a lavorare alla serie Gehen, Second life (iniziata nel 2017). “Gehen” in tedesco significa “andare avanti”. Sempre nel 2017 partecipa alla Biennale di Venezia, Viva arte viva, che quell’anno vede come curatrice Christine Macel. Muore nel 2023, a Milano.


INFORMAZIONI
Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (TO)
14 ottobre – 26 novembre 2023
MOSTRA PROROGATA AL 10 DICEMBRE

Sabato, domenica, lunedì: ore 10/18,30 – ultimo ingresso ore 17
Biglietti: 15 euro intero, 12 euro ridotto (gruppi, over 65, convenzioni), 10 euro ridotto 15-26 anni, 8 euro ridotto 6-14 anni, gratuito (0-5 anni, Abbonati Musei e Torino+Piemonte Card, Passaporto culturale, disabilità e accompagnatori), 5 euro Carta Giovani Città di Pinerolo, 4 euro ridotto scuole.
Informazioni: 0121 502761 prenotazioni@fondazionecosso.it



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